E’ arrivato anche quest’anno il venticinque, ma – direi per fortuna- non è più da qualche anno almeno solo una festività tra le altre, che trova consistenza sono nella sua ripetitività. Da anni ormai si è colta l’opportunità di dare un senso di volta in volta diverso a questa celebrazione in relazione a quello che la sempre deprimente realtà di questo paese ci offre. Per questo non voglio fare rivendicazione di carattere storico, dare qui ed ora il mio contributo a combattere il montante revisionismo, sento di dire infatti che il 25 aprile non è il giorno per fare questo genere di cose, ci sono 364 giorni a disposizione per farlo e certamente non mancheremo anche quest’anno le occasioni.
Il 25 Aprile si fa festa innanzi tutto. Si può festeggiare la liberazione dal nazifascismo in molti modi ed anche quelli più intimi ritengo che abbiano molto valore, ma certo c’è un corteo e quello è sempre il modo migliore. Cosa ci offre il paese questo 25 Aprile? Un fascismo all’arrembaggio, forse galvanizzato dai fatti francesi, ma non solo. E di qualche giorno fa la notizia di un partigiano schifosamente insultato da un gruppo di fascisti al liceo Avogadro durante un colloquio con gli studenti e fa certamente scandalo vedere Roma vilipesa da centinai di manifesti che esaltano la gioventù e la bellezza dei bravi ragazzi di Salò, citando “La Locomotiva” di Guccini. Devo dire che ho quindi accolto con molto favore la scelta dell’Anpi di non invitare Alemanno e la Polverini al corteo di domani. Solo gli antifascisti sono invitati e non vedo come potrebbe essere diversamente, fare del 25 Aprile una festa di riconciliazione è un’idea patetica che solo Napolitano può permettersi di sposare in pieno.
Ed è qui il punto: chi considera la festa della liberazione in questo modo può farlo solo per esigenze istituzionali, le stesse che a suo tempo giustificarono l’amnistia per i fascisti, ma a noi domani (oggi?) le istituzioni non interessano: quello che sentiamo di augurarci per il corteo è che ci sia la gente reale, quella che non ha nessun motivo per riconciliarsi col fascismo, perché questa riconciliazione appunto, nella realtà, semplicemente non esiste. Se negli anni scorsi di è tirato un uovo o un limone alla Polverini, non c’è certo da gridare allo scandalo, quell’uovo infatti è stato un’esplosione di realtà. E allora lasciamo pure che le cose vadano come devono andare e che Alemanno vada pure ad omaggiare il milite ignoto, è roba sua. Buona Liberazione a tutti dagli infami!
R.B.
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http://youtu.be/GsgfkOHX11w