Grecia: Il capitalismo ha i sogni contati

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Neppure l’elezione di Barack Obama nel 2008 aveva meritato tanto interesse internazionale, quanto il secondo round delle elezioni politiche in Grecia. I giornaletti del capitalismo globale si erano scatenati da giorni e le televisioni non mancavano di riferirsi alla ricorrenza  come all’inquitante spada di Damocle sulla testa dell’Europa. Il sole 24 ore aveva titolato : sfida tra la destra europea e la sinistra populista. Roba da ridere direte voi, sì se si trattasse degli scemi del villaggio e non del giornale di Confindustria.

La destra di Samaras spaventosamente corrotta, clientelare, responsabile di aver di fatto truccato i conti con l’ausilio di alcune banche perché la Grecia potesse entrare in Europa (quando evidentemente il debito non era un problema commisurato agli interessi sul piatto) sarebbe la destra europea e quindi ragionevole, affidabile, che non vende facili sogni al popolo bue, il quale che gli piaccia o no deve espiare le sue colpe, i suoi peccati finanziari, deve “fare i compiti a casa” come spesso si dice. Continue reading →

I cannoni tedeschi del Partenone

Partenone

Che a difendere la Grecia bastino trecento spartani armati di buona volontà il mondo lo sa dai tempi di Erodoto, ma le cancellerie – sì, come usava dire nei secoli del colonialismo – della grande Germania e alleati non vogliono sentire ragioni. Hanno degli accordi pendenti con lo stato ellenico e – perdio! – li faranno rispettare, a costo di mandare le cannoniere a disturbare il placido spettacolo delle luminarie del Pireo… o, per dirla alla moderna, a costo di negare la concessione del secondo pacchetto di aiuti al governo di Papademos. Il fatto è che lo stato greco ha promesso per quest’anno di impegnare il 3% del proprio Pil per l’acquisto di armamenti, in valore assoluto ben 7 miliardi di euro, rigorosamente made in Germany. Naturalmente anche lo sparring partner di sempre, Parigi, non resterà a bocca asciutta, e una bella fetta del totale finirà anche nelle casse dell’industria bellica francese. Tanto pagano i greci. Continue reading →

Grecia: default pignorato

Non si è forse arrivati a quello tutti i sapienti analisti economici europei temevano? Il gran default (stra-annunciato, se non addirittura già da tempo avvenuto) della Grecia? Difficile infatti pensare che un Paese possa arrivare ad onorare titoli ormai volati al trenta per cento di rendimento. E allora? Si profila la catastrofe? Si spera di no, perché il default è una pratica economica controllabile, è una tecnica, un argentino una volta mi ha detto: è come la morte fa parte della vita non bisogna averne più di tanto paura.

Del resto anche il premio Nobel maudit Paul Krugman predica da mesi della necessità di un default pilotato europeo, piuttosto che intraprendere una politica di austerità decennale per ridurre il debito e la crescita (mito che dovremmo ripensare totalmente), tenendo al palo l’inflazione e con essa anche gli interessi del debito. Perché infatti questo totem antinflazionistico di sapore weimariano cavallo di battagli dei governi tedeschi? È la divinità protettrice di questo genere di circolazione fantasmatica del denaro, laddove chi è veramente ricco non sa neanche quanti soldi ha e non solo perché siano evidentemente tanti, ma perché condizione della ricchezza, per loro (ma la canzone la cantano anche a noi), è proprio la circolazione del denaro più che il suo possesso. O, per essere proprio filosofi, parlerei di un possesso circolante o sfuggente. Continue reading →