Tremate! Tremate! Le cavie son arrivate!

Nessuna rivoluzione se qualcuno se l’aspettava. La partita che si è giocata a Bruxelles non era quella per un nuovo modello di sviluppo. Troppo facile da dire! protesterete voi ed a ragione. Del resto come si può pensare una cosa del genere quando a fronteggiarsi sono Angela Merkel da una parte e Monti-Rajoy dall’altra. Certo forse alcuni hanno visto nella vittoria di Hollande un segno di cambiamento, ma pur ammettendo a fatica questo, non si può non notare come Hollande si sia limitato ad appoggiare un po’ in disparte la linea Monti, rimandando la vera sfida a più tardi quando magari avrà altri social-democratici con cui confrontarsi.

Qual è quindi la vera partita che si è giocata? Indubbiamente la Merkel ha rappresentato ed ancora rappresenta il crepuscolo della visione genuinamente neoliberista inaugurata negli anni 80 e che, in una versione parzialmente corretta dall’equivoca formula “economia sociale di mercato”, ha ispirato l’unificazione monetaria europea dalla caduta del Muro di Berlino in poi. Continue reading →

Dal medico al prete

Il governo è al suo primo vero banco di prova. Finora non si è mai dovuto veramente confrontare col tema del consenso, esso si può dire gli sia stato garantito dalla quasi unanime approvazione parlamentare e dai numerosi viatici internazionali ricevuti. Ha potuto fare un’incivile riforma pensionistica che nessuno si sarebbe potuto permettere al posto loro ed ha orgogliosamente rivendicato il suo totale disinteresse per la popolarità, dal momento che, attraverso uno strano corto circuito, un governo eletto non avrebbe mai potuto portare avanti cose simili, ma in quanto governo tecnico, sponsorizzato tra l’altro dalla grandissima parte dei mezzi di informazione come dolorosa necessità, ha goduto secondo i sondaggi di largo consenso. Insomma un governo orgogliosamente impopolare che però si trova ad essere popolarissimo, così come potrebbe essere popolare un intervento a cuore aperto laddove esso sarebbe in grado di salvarti la vita e d’altra parte fosse un chirurgo particolarmente referenziato ad operarti. Continue reading →

Licenziamo #Monti e la #Fornero per giusta causa

Non me ne voglia il “compagno” Napolitano, ma il dado è tratto e la pace sociale può e deve andarsi a fare benedire. La riforma Marchionne del Governo Monti (come l’ha chiamata R.B. in un vecchio articolo) sta prendendo corpo e sta prendendo corpo sugli stessi punti da cui era cominciato il dibattito: l’articolo 18. Beh, è arrivata l’ora di staccare la spina a questo Governo tecnico e rispedirlo ad insegnare palle liberiste dentro le tristi mura della Bocconi.

Mesi di stallo per partorire un mostro che rimanda la riforma al welfare al 2017 facendo intanto piazza pulita dei diritti dei lavoratori. Tanto, diciamolo, con una riforma per lo sviluppo del genere, i soldi non ci saranno neanche nel 2017… si tratta di una presa in giro estremamente facile da “sgamare”. Continue reading →

Non si torna indietro: #NoTAV oltre la dinamica della paura

No TAV in tangenziale

Il corteo di ieri a Roma ha dimostrato, negli occhi di chi c’era, la vera forza del movimento NO TAV. Il segno di quanto sta succedendo non lo si può leggere sulla base di avvenimenti marginali come la cacciata di qualche giornalista. E neanche nel fato di aver bloccato una tangenziale, prova di forza di per sé importante.

Il senso di quello che è successo ieri è l’andare oltre lo sbarramento della paura. Il circolo politico-mediatico che sta accerchiando i NO TAV mira innanzi tutto a fiaccarne le fila. “I NO TAV sono pochi ed isolati, legati a doppio filo con frange estremiste” ripetono come un mantra giornalisti prezzolati e politici “interessati”. Sperano che a forza di ripeterlo si trasformi in realtà. Continue reading →

La noia di Monti

Non so, sono confuso ed annoiato. Sarà che studio e scrivo – per lavoro – da troppo tempo? Sì, perché non c’è niente di più ammorbante ed opprimente delle monotonia. La stanchezza dell’anima dipinta nei volti dei nostri genitori, che inseguono una pensione per uccidere il proprio trantran, il loro eterno ritorno quotidiano ne è l’esempio più lampante. Prendete mia madre, per dire, ha cambiato lavoro pochi anni fa e per quanto quell’attuale possa essere più stancante, ha un viso più sereno della media dei suoi coetanei. Sì, perché non svolge le stesse mansioni da una vita.

Diciamolo, il posto fisso è il grigiume cittadino fatto uomo o donna, smog dello spirito, inquinamento del pensiero… un viatico per l’arteriosclerosi. Come rappresentare questa noia, questo nulla di giornate sempre identiche a se stesse, quello del tutti a parlare del tempo, unica variante, pur se ciclica, di queste fotocopie di giorni? Difficile trovare la giusta metafora: forse è paragonabile solo alla noia di un discorso, sottilmente ironico (come il sorriso di ogni carnefice), del nostro poco amato Presidente Mario Monti.

Vorrei criticare l’abietta legge del lavoro che lui e la sua sodale Fornero stanno confezionando per ingropparsi l’Italia ed i lavoratori italiani. Ma non è possibile farlo… come criticare ciò che non prende mai forma, che non arriva mai su carta, quello di cui c’è un’urgenza (pare) così assillante, ma anche il tempo per tirarsela…? Forse il piano è prenderci per sfinimento.

Però resta la noia, probabilmente essenziale per fiaccare le nostre resistenze, la noia della retorica paternalista di papà Monti, così falso ed ipocrita, così pragmaticamente ideologico da farci, non abbiamo paura di dirlo, anche un po’ di pietà per la pochezza retorica del suo parlare. Continue reading →

La riforma Marchionne

Ci siamo, pronti? Partenza.. Via! Il governo dei tecnici si appresta a mettere mano alla riforma del mercato del lavoro. Per l’occasione si sono mobilitate tutte le menti malefiche che ruotano intorno all’economia ed al giuslavorismo, a fare, si potrebbe dire, da tecnici dei tecnici. La canzone è quella che da anni viene strombazzata dai principali quotidiani: modernizzazione, razionalizzazione, modello nord-europeo ecc., il contesto è quello di una crisi del capitalismo globale sempre più drammatica che, come ogni crisi, prelude ad una ristrutturazione complessiva del sistema ed è proprio alla luce di questo che va letto l’attuale, seppur sempre (ormai ci siamo quasi abituati.. e meno male che sono tecnici!) indeterminato, progetto di riforma. In che senso è vero questo? Nel senso che ci porta a ritenere che il vero padre di questa riforma, qualora venisse applicata, non sarebbe uno dei vari cani di razza della scuderia di centrosinistra, mobilitato per l’occasione (Ichino, Boeri) o una delle lamentatrici professioniste dell’agonizzante neoliberismo (Giavazzi, Alesina), nè tantomeno un losco, frustrato ed astioso Brunetta, bensì il pioniere dei pionieri: Marchionne. Continue reading →

Voci

Di politica preferibilmente non si parla più. Senz’altro il più impressionante risultato del governo tecnico finora. Di cosa dovremmo parlare di spread? Di borsa, di debito, di titoli in scadenza? Sì possiamo anche parlarne ma il nostro parere a riguardo vale come un qualsiasi luogo comume sulle mezze stagioni, ci limitiamo infatti a ripetere quello che è stato detto da altri o a guardare sconsolati altrove, tanto si ha a che fare con l’oggettività delle cose. Che vuoi farci? Il mondo va così? Lui ha deciso così. Una sorta di nuovo fatalismo che interviene laddove le divinità impalpabili del denaro ci chiedono sacrifici per placare la loro ira.

Meglio parlar d’altro allora certo, tanto appunto il governo autoproclamandosi orgogliosamente tecnico, non ha neanche un programma chiaro, a chi dovrebbe infatti renderne conto? Discute a porte chiuse e chi gli si oppone, fa la figura dell’isterico che si perde dietro alle voci di corridoio. Non è difficile vedere il disprezzo che sta dietro a tutto questo e non rivendicare il fatto che chi è preda delle voci non è certo chi non crede nella “buona fede” di questo governo, il quale anche se facesse bene il suo dovere, proprio per questo non potrebbe che fare tutto il male possibile. Continue reading →