Messico: la rivolta è ancora in rete

Solo un piccolo intervento per richiamare l’attenzione su un paese lontano, più lontano per intenderci di molti paesi assai più lontani di questo, il Messico. In un’epoca di prossimità costante quale quella che viviamo può sembrare quasi ridicolo fare discorsi del genere, ma i media nazionali che filtrano il costante e molteplice flusso della comunicazione globale sono sottoposti come è ovvio ad una gerarchia di priorità e “la politica estera” intesa come categoria dell’informazione, oltre a non aver mai avuto grande popolarità nel nostro paese, segue per l’appunto unicamente gli accadimenti che intercorrono in zone ritenute di interesse strategico per la politica estera intesa questa volta come parte dell’attività di governo.

Che cosa sta accadendo in Messico che riguarda non la nostra politica, ma il divenire-democratico globale, che ci interesse senz’altro di più? Si è costituito un movimento, ormai già da più di un mese che si è dato il curioso nome di “jo soy 132” ed è per l’appunto movimento che ancora una volta nella rete trova la sua genesi ed il suo nutrimento. Tutto è cominciato in seguito alla contestazione del candidato alle elezioni politiche Enrique Pena Nieto (esponente dell’eterno pri al potere ormai da più 70 anni) tenutasi all’università Ibero di città del messico. Alcune migliaia di studenti ormai più di un mese fa al grido di “Fuera!Fuera!” hanno manifestato il loro dissenso contro un uomo ed un partito, non solo responsabili storicamente di violenza e corruzione, ma recentemente anche protagonisti di efferati interventi repressivi condotti durante una manifestazione di campesinos, in seguito ai quali 2 persone sono morte, altre duecento almeno sbattute in carcere, fra cui 26 donne che hanno denunciato per stupro gli agenti di polizia.

Non ci sarebbe da stupirsi quindi di una reazione simile da parte degli studenti! La televisione invece, da sempre asservita all’eterno padrone, ha sostenuto che quei contestatori non fossero veramente studenti, ma piuttosto di attempati agitatori prezzolati dall’opposizione (vi ricorda nulla?). Qui nasce il movimento: come reazione a questa bugia strombazzata dai media, 131 studenti si sono fatti vedere su youtube, mostrando il loro tesserino universitario e qualificandosi come partecipanti alla contestazione, da allora questi 131 sono diventati la massa dei 132 che hanno invaso le strade reclamando la fine del regime poliziesco a cui il paese è da fin troppo tempo assoggettato. Come nell’onda verde iraniana (ed in altre più recenti occasioni), la solidarietà degli studenti in rivolta passa per la rete e prende corpo in un movimento di massa che dà un processo democratico con ambizioni costituenti.

Gli studenti messicani attraverso Internet si sono rivolti agli studenti e non solo, di tutto il mondo perchè la solidarietà intorno alla loro causa si diffonda e perchè sia scongiurata l’ennesima nefasta riconferma di un partito, che attraverso la violenza, la corruzione ed il controllo dei media tiene in scacco il paese. Un appello da raccogliere in pieno, perchè rivolto alla cittadinanza democratica globale in un momento in cui sembrano tornati assai di moda i lugubri fervori nazionalistici. Il pri non avrebbe potuto mantenere così a lungo il potere senza avere sistematicamente manipolato il voto degli elettori ed è ora che anche fuori dal Messico si manifesti sotto le ambasciate per reclamare anche se necessario la presenza di osservatori internazionali. Eccovi una piccola video-cronoca/approfondimento degli eventi:

http://www.youtube.com/watch?v=bv88jZ7h22A&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=P7XbocXsFkI

http://www.youtube.com/watch?v=kSjuTmYihWQ

 

R.B