Non me ne voglia il “compagno” Napolitano, ma il dado è tratto e la pace sociale può e deve andarsi a fare benedire. La riforma Marchionne del Governo Monti (come l’ha chiamata R.B. in un vecchio articolo) sta prendendo corpo e sta prendendo corpo sugli stessi punti da cui era cominciato il dibattito: l’articolo 18. Beh, è arrivata l’ora di staccare la spina a questo Governo tecnico e rispedirlo ad insegnare palle liberiste dentro le tristi mura della Bocconi.
Mesi di stallo per partorire un mostro che rimanda la riforma al welfare al 2017 facendo intanto piazza pulita dei diritti dei lavoratori. Tanto, diciamolo, con una riforma per lo sviluppo del genere, i soldi non ci saranno neanche nel 2017… si tratta di una presa in giro estremamente facile da “sgamare”. Continue reading →
Non so, sono confuso ed annoiato. Sarà che studio e scrivo – per lavoro – da troppo tempo? Sì, perché non c’è niente di più ammorbante ed opprimente delle monotonia. La stanchezza dell’anima dipinta nei volti dei nostri genitori, che inseguono una pensione per uccidere il proprio trantran, il loro eterno ritorno quotidiano ne è l’esempio più lampante. Prendete mia madre, per dire, ha cambiato lavoro pochi anni fa e per quanto quell’attuale possa essere più stancante, ha un viso più sereno della media dei suoi coetanei. Sì, perché non svolge le stesse mansioni da una vita.
Diciamolo, il posto fisso è il grigiume cittadino fatto uomo o donna, smog dello spirito, inquinamento del pensiero… un viatico per l’arteriosclerosi. Come rappresentare questa noia, questo nulla di giornate sempre identiche a se stesse, quello del tutti a parlare del tempo, unica variante, pur se ciclica, di queste fotocopie di giorni? Difficile trovare la giusta metafora: forse è paragonabile solo alla noia di un discorso, sottilmente ironico (come il sorriso di ogni carnefice), del nostro poco amato Presidente Mario Monti.
Vorrei criticare l’abietta legge del lavoro che lui e la sua sodale Fornero stanno confezionando per ingropparsi l’Italia ed i lavoratori italiani. Ma non è possibile farlo… come criticare ciò che non prende mai forma, che non arriva mai su carta, quello di cui c’è un’urgenza (pare) così assillante, ma anche il tempo per tirarsela…? Forse il piano è prenderci per sfinimento.
Però resta la noia, probabilmente essenziale per fiaccare le nostre resistenze, la noia della retorica paternalista di papà Monti, così falso ed ipocrita, così pragmaticamente ideologico da farci, non abbiamo paura di dirlo, anche un po’ di pietà per la pochezza retorica del suo parlare. Continue reading →