All’inizio si trattava solo di un gruppo di valligiani non meglio identificati, certamente italiani, troppo italiani. Erano quelli del nimby, “not in my back yard”, quelli che, a detta anche della cosiddetta sinistra di governo, erano i tipici italiani che rifiutano la modernizzazione, solo perché richiede sacrifici.
Poi sono diventati teppisti, estremisti oppure solo cittadini onesti manipolati da violenti nell’orbita di qualche centro sociale. Si è imposta la più classica logica dualistica, buoni e cattivi, con la necessità da parte dei primi di dissociarsi dai secondi. Sono fioccati gli arresti ordinati da una delle punte di diamante della cosiddetta magistratura democratica di questo paese e loro hanno detto “siamo tutti black block” non cogliendo l’opportunità di redenzione che gli veniva offerta. Si sono mostrati compatti nel resistere all’attacco della magistratura, parte del fin troppo evidente progetto di disarticolazione del movimento ed hanno mostrato quanto questo apparato di potere che contro di loro si è scagliato, oltre alla violenza, avesse poco più che una arrogante ciarlataneria. Continue reading →